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CHIUDI GLI OCCHI SE NON VUOI DIMENTICARE… SEMPLICI TRUCCHI PER ALLENARE LA MEMORIA

Non ricordi più il pin del bancomat, non sai dove hai lasciato le chiavi, e il nome di quel ristorante di cui ti hanno tanto parlato e, stasera sarebbe proprio la sera giusta per andarci, non vuole proprio tornarti in mente…? Tranquillo, una soluzione c’è: chiudi gli occhi.

Non è uno scherzo. Ma il frutto di anni di ricerche nel campo delle neuroscienze: la concentrazione e il richiamare alla mente determinati particolari avvengano con più facilità ad occhi chiusi. In questo modo  vengono esclusi quei fattori di disturbo esterni che potrebbero compromettere la concentrazione e la focalizzazione su quanto è di nostro interesse ricordare.

Lo studio che ha portato a questa conclusione è stato condotto da un gruppo di psicologi dell’università britannica del Surrey che ha messo alla prova 178 persone, facendo vedere loro due diversi film.  Il primo muto, composto da sole immagini in movimento, il secondo con il sonoro attivato. Nel primo film si vedeva un ladro travestito da idraulico entrare in azione in un appartamento derubando la padrona. A fine proiezione gli spettatori sono stati invitati a chiudere gli occhi e a concentrarsi ricordando le immagini per rispondeew a una serie di quesiti su alcuni particolari del film, come per esempio cosa vi era scritto sul camioncino del ladro.

Nel secondo film invece, veniva proiettato un episodio tratto da una serie tv trasmessa dalla Bbc dove veniva raccontato un crimine ai danni di una signora anziana, questa volta con dialoghi e audio attivato. Al campione sottoposto al test veniva chiesto ancora una volta di rispondere a occhi chiusi a una serie di quesiti, incluse domande sulle frasi pronunciate dai protagonisti dell’episodio.

CHIUDERE GLI OCCHI FA MIRACOLI

I risultati raccolti dai ricercatori hanno dimostrato come la concentrazione e il richiamare determinati particolari siano azioni più semplici se gli occhi vengono chiusi, escludendo dunque fattori di disturbo esterni che potrebbero compromettere la concentrazione e il focalizzarsi su quanto richiesto.

Alle stesse domande poste a un campione di persone a occhi aperti è stato risposto correttamente nel 48 per cento dei casi, mentre quando le persone intervistate venivano invitate a isolare la vista e gli elementi esterni chiudendo gli occhi, questa percentuale saliva al 71 per cento.

Lo studio dimostrerebbe anche l’efficacia degli esercizi di visualizzazione per alzare la capacità di registrare informazioni visive e aiutare così il cervello a ritenere un maggior numero di particolari rispetto a un fatto, a un’immagine, ma anche a qualcosa che viene sentito nell’ambiente che ci circonda.

La ricerca, utile nella vita comune ma pensata soprattutto per migliorare le tecniche di intervista dei testimoni oculari di crimini, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Legal and Criminology Psychology. I ricercatori hanno inoltre dimostrato come, oltre agli occhi chiusi, anche il legame creato con l’investigatore prima dell’intervista sia un fattore che può aiutare maggiormente a ricordare. La percentuale di risposte esatte infatti aumentava anche nel caso in cui si fosse instaurato un rapporto di conoscenza e di fiducia tra intervistato e intervistatore.

ALTRE RICERCHE 

Lo scienziato Art Markman, ha dimostrato che il nostro cervello elabora tonnellate di informazioni; decifrare tutto ciò che si vede richiede molta potenza di elaborazione da parte della mente, chiudere gli occhi, fissare il cielo o il soffitto, aiuta il cervello a “rilassarsi”, concentrandosi su cosa ricordare piuttosto che elaborare gli input visivi;
lo stesso concetto vale per gli altri sensi. Se si sta cercando di ricordare un suono o la voce di qualcuno, i rumori percepiti dal nostro orecchio rendono il processo più difficile. Questo è il motivo per cui, ad esempio, si può avere difficoltà a scrivere quando gli altri stanno parlando. In sostanza, quando si ha bisogno di ricordare qualcosa, è necessario isolare il senso rilevante.

Un’altra ricerca svolta da psicologi e neuroscienziati dell’Università di Edimburgo, dimostra che far riposare la mente aiuta a fissare meglio le informazioni percepite. In un test gli scienziati hanno chiesto a un gruppo di persone di seguire un racconto, quindi rilassarsi, prendere una breve pausa e chiudere gli occhi per 10 minuti in una stanza buia. Agli stessi partecipanti è stata poi proposta un’altra storia ma invece di incentivare il riposo è stato chiesto loro di svolgere un altro compito impegnativo per la mente: individuare le differenze tra alcune coppie di immagini quasi identiche.
I ricercatori hanno così appurato che i partecipanti allo studio ricordano molti più dettagli di qualsiasi storia loro raccontata se questi, dopo aver udito il racconto, si sono rilassati non impegnando il loro cervello in altre attività, sorprendentemente scoprendo che i loro ricordi sono ancora vividi anche dopo una settimana.

Una scoperta che dovrebbero tenere in forte considerazione gli studenti o tutte quelle persone a cui è richiedo l’apprendimento di nuove nozioni.

SE NON BASTASSE… ALTRI 4 TRUCCHI PER RICORDARE

Per fermare, o al limite arginare, l’oblio ci sono altri trucchi supportati dalle ricerche scientifiche che possono rivelarsi utili.

STAI BEN SEDUTO

La postura conta più di quanto si pensi. Si pensava che avesse benefici solo per la colonna vertebrale, poi si è scoperto che può avere conseguenze sull’attenzione e sulla memoria. Dritti e con il mento in su, insomma. La posizione aumenta il flusso di ossigeno al cervello almeno del 40%. Rimanere curvi in avanti aiuta, invece, a ravvivare i brutti ricordi.

EVITA LE PORTE

È un fenomeno che abbiamo sperimentato tutti: si lascia una stanza per fare una cosa, e quando si approda nell’altra, non ci si ricorda più cosa siamo andati a fare lì. Il funzionamento dell’effetto della porta” è questo: di fronte a nuove sensazioni (visive, uditive) impreviste e improvvise, gli ultimi pensieri vengono messi da parte per fare spazio alla nuova, imprevista, situazione.

MASTICA GOMME
La scienza ha scoperto che masticare aiuta a concentrarsi e, di conseguenza, a sviluppare ricordi più saldi. L’ultima parola spetta a uno studio dell’Università di Cardiff, che dimostra come la ripetitività dell’azione, il flusso di sangue siano fattori importanti per tenere desta l’attenzione per un periodo di tempo piuttosto lungo.

PRENDERE APPUNTI A MANO
Il movimento della mano, la pressione, la traduzione dei suoni in segni implicano un’attività mentale più ampia e raffinata rispetto a quella che richiede la semplice tastiera. Anche qui, l’attenzione sarà maggiore e così anche la durata dei ricordi.

A questo punto non avete più scuse… neanch’io…

Se poi fossi riuscito a solleticare la tua curiosità, e nel caso lo avessi perso, ti rimando anche a un articolo di qualche tempo fa in cui invece ti raccontavo come il cervello elabora la memoria: http://diegococo.it/?p=2135&preview=true